Io procrastino tu procrastini, egli procrastina

Hai mai sentito parlare di “procrastinazione”?

Sì, è una parola un po’ complicata che però indica un comportamento diffuso: il rimandare a lungo termine o addirittura all’infinito le cose che sappiamo di dover fare (e anche a volte quelle che vorremmo fare, anche se sembra strano). 

La procrastinazione è il comportamento di rimandare o posticipare l'esecuzione di un'attività o un compito che dovrebbe essere svolto, spesso a favore di attività più piacevoli o meno impegnative. In altre parole, la procrastinazione è il tendere a rimandare le cose che dovremmo fare, spostando l'attenzione su altre attività che ci danno gratificazione immediata. 

Però non diamo per scontato che sia sempre così: a volte sostituiamo ciò che va fatto con attività qualsiasi, anche solo per restare impegnati in qualcos’altro e non dover pensare a ciò che dovremmo fare.

Hai notato che ho usato molte volte la parola “fare”? Sì, perché il fare è nemico giurato del rimandare. Immergersi nel flusso del fare, goderne gli effetti, sentirsi produttivi, dà molta più soddisfazione del rimandare all’infinito, a volte restando immobili, a volte addirittura impegnandosi in attività poco importanti o di valore. 

Ad esempio, un procrastinatore professionista, mentre è in procinto di attivarsi su qualcosa di utile per lui, si ricorda di dover lavare quella tazza nel lavandino, poi guarda, le matite non sono ben temperate, poi ancora, ci sono i libri da mettere in ordine per colore, poi…

In un loop senza fine.

Questo è un meccanismo che crea frustrazione, sfiducia in sé stessi, scarsa produttività e risultati a volte non all’altezza delle nostre aspettative, perché magari fatti con la pressione dell’ultimo momento.

La procrastinazione può manifestarsi in diversi modi. Ad esempio, una persona potrebbe rimandare un compito importante perché lo sente troppo difficile o non sa da dove cominciare. Altre volte, può derivare dalla mancanza di motivazione o interesse per l'attività in questione. 

In alcuni casi, la paura di fallire o di non riuscire a soddisfare le aspettative può spingere le persone a procrastinare. Ma esiste anche il procrastinatore perfezionista, quello che non comincia nemmeno perché sa già che quel che farà non sarà mai perfetto come lo vorrebbe.

Hai mai sentito l’espressione: “Fatto è meglio che perfetto”? È uno dei segreti per non procrastinare più.

Tuttavia, questo pensiero può non bastare e la procrastinazione può causare stress e ansia poiché i compiti rimandati si accumulano e si avvicinano le scadenze. Inoltre, può influire negativamente sulla qualità del lavoro svolto, poiché il tempo limitato può portare a una minore attenzione ai dettagli o a una mancanza di tempo per le revisioni.

Ci sono diverse strategie che possono aiutare a gestire la procrastinazione. Ne ho raccolte alcune che mi auguro possano aiutarti a cominciare ad affrontare la questione. Intanto, ti consiglio di leggere il libro dello psicologo inglese Windy Dryden: “Procrastinare: come superare il vizio di rimandare”, è molto utile in quanto molto focalizzato sia sulle motivazioni che si nascondono alla base della procrastinazione, sia sulle strategie per affrontarla.

1) Pensi troppo e agisci poco? Ti racconto un aneddoto. Quando ho comprato la mia prima macchina, è rimasta ferma in strada per un mese prima che mi decidessi a guidarla; avevo paura dato che non guidavo da molto tempo e nel mio cervello si affollavano mille pensieri: e se mi si spegne il motore ai semafori? E se blocco il traffico? E se vado in crisi col parcheggio? E se mi suonano? E via così, i giorni intanto si accumulavano e la macchina era sempre ferma. Una mattina, dovendo andare in palestra presto, mi sono detta: “Basta, non voglio più pensare!” Così ho afferrato le chiavi, il borsone, mi sono catapultata per le scale prima che i pensieri si accendessero, ho aperto l’auto e mi sono letteralmente buttata dentro. È andata molto bene, decisamente al di sopra delle mie aspettative! Da allora sono passati 11 anni e guido serenamente.


2) Arriviamo così al secondo punto: il primo passo! È sempre il più difficile e più passa il tempo, più ci sembra che la sua difficoltà aumenti. Qui ti può aiutare Indiana Jones e il suo concetto di fiducia: prima il ponte non c’è, lui chiude gli occhi, crede fortemente che questo appaia, mette giù il piede e… il ponte si è materializzato!

3) Quindi quanto contano le nostre convinzioni in merito a quel che facciamo? Moltissimo! Siamo letteralmente quel che pensiamo e diciamo. Se sei convinto che il tuo lavoro non verrà bene e per quel motivo lo rimandi, pensa al fatto che finché non lo fai non puoi valutarlo: si valuta solo ciò che si produce davvero. È poco? È brutto? Non va bene? Pazienza, potrai lavorarci ancora su e correggerlo. Quindi ti chiedo: puoi correggere il NIENTE? No, vero?

4) La capra miotonica: questo è un trucco che può esserti utile nei casi disperati! Vai su YouTube e cerca dei video sulle capre miotoniche. Fatto? Bene, ora puoi trasformarti in una di loro. Raggiungi la tua postazione di lavoro e immobilizzati, non rispondere a nessuno stimolo né esterno né interno diverso da quello che riguarda il tuo compito. Non fare niente finché non comincerai a farlo. Prova, potresti sorprenderti.

5) Il timer. Mai sentito parlare della “Tecnica del pomodoro”? Ti racconto da dove nasce. Alla fine degli anni ’80, lo studente universitario Francesco Cirillo aveva dato pochissimi esami ed era preoccupato per il suo destino scolastico. Volle darsi un’ultima possibilità costringendosi a studiare in finestre di tempo precise, che dopo molti tentativi decise di impostare sui 25 minuti a sessione. Dopo i 25 minuti si dava 5 minuti di pausa, dove non doveva fare niente di attinente al suo compito, dopodiché impostava un nuovo pomodoro a 25 minuti. Al quarto pomodoro il premio erano 15 minuti di pausa! Perché questa tecnica funziona? Perché dà al cervello la certezza che quel tempo è limitato ma c’è, così non sarà pesante o stancante, e poi l’idea delle pause aiutano l’attivazione della dopamina che dà soddisfazione immediata. Esistono addirittura delle app oggi che impostano i pomodori e le pause automatiche. Provala!


6) Ingoia il rospo. Ovvero, comincia la giornata facendo la cosa più difficile, faticosa, noiosa o spaventosa che devi fare e immagina il senso di sollievo che dopo ne scaturirà. È come il relax dopo la scalata della montagna mentre ti godi il panorama, è come la doccia dopo lo sforzo sportivo, o il gelato nel giorno off della dieta. Così soddisfacente!

Bene, sono convinta che con queste tecniche puoi già fare ottimi passi avanti nella tua camminata verso l’abbandono della procrastinazione ma in caso contrario sono qui per aiutarti, scrivimi nel box informazioni e ti risponderò quanto prima.

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