Il Nibbling: rosicchiare di continuo

La parola "nibbling" tradotta letteralmente dall'inglese
significa "rosicchiare" e istantaneamente accende nel nostro cervello simpatiche immagini di animaletti che rosicchiano velocemente: conigli, scoiattoli, castori... Eppure, se trasportato nel nostro mondo umano, il rosicchiare di continuo provoca spesso conseguenze non così simpatiche: può infatti favorire sovrappeso, obesità e problemi di salute connessi a queste condizioni.

Quindi, di cosa stiamo parlando?

Il Nibbling è stato classificato come uno dei disturbi del comportamento alimentare più "collaterali", perché da un certo punto di vista non altera troppo il nostro stile di vita ed è accettato socialmente, in quanto ormai il cibo ha più una valenza sociale e socializzante che nutritiva. Inoltre, cuciniamo sempre meno e siamo sempre di corsa, condizioni che favoriscono l'affermarsi di cibi veloci e spesso industriali.

Quando si configura come problema vero e proprio? Quando non si pensa più a ciò che si sta facendo, quando ad esempio impedisce alla persona di pianificare i propri pasti in anticipo, oppure di accedere a cibi più sani. 

Infatti, le cose più scelte da chi sgranocchia di continuo sono di solito i cibi con una densità calorica molto alta a parità di volume. Una patatina fritta, piccola e leggera, ha 5 volte le calorie di una foglia d'insalata, più voluminosa. E c'è da pensare al fatto che di solito non mangiamo una sola patatina, anzi, come si suol dire, una tira l'altra!


Inoltre condiziona molto la digestione e il senso di sazietà. Proprio perché abbiamo sempre qualcosa in bocca, i succhi gastrici sono continuamente sollecitati e non ci permettono di sentire la cosiddetta fame "vera", quella di stomaco, mentre incrementano molto quella di "testa", legata alla soddisfazione immediata e al gusto.

Il nibbling può impedire a chi desidera perdere di peso di riuscirci, perché è un'abitudine che spesso diventa inconsapevole. Quindi se non ci si fa attenzione si può instaurare in modo molto veloce e si aggancia alla soddisfazione che i cibi molto gustosi danno. 

Ha anche un effetto consolatorio, compensatorio, diventa un'ancora di salvezza contro le emozioni negative, la frustrazione, la tristezza, la solitudine... 

C'è da specificare che non è detto che il cibo debba per forza avere una valenza unicamente legata alla nutrizione: il cibo può essere gioia, compagnia, esperienza, ricordo. La differenza però nell'utilizzarlo compulsivamente per consolarsi sta nella consapevolezza del gesto e alla presenza mentale mentre si mangia.

Come incrementarle?

Un ottimo strumento è la Mindfulness, nella forma della Mindful Eating, un tipo di meditazione attiva con la quale restiamo presenti a noi stessi durante le più semplici attività quotidiane, tra cui mangiare.


Altri strumenti utili sono in generale, l'approccio multidisciplinare che coinvolge psicologi, nutrizionisti e medici specializzati. Con il giusto trattamento, è possibile gestire e controllare il comportamento di nibbling e migliorare la qualità della vita dei pazienti che ne soffrono.


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